Caro Naor,
Ghilad e' tornato a casa
La settimana scorsa mentre stavo vedendo un programma alla televisione hanno interrotto la trasmissione per dare la notizia molto sicura che Ghilad Shalit il soldato tenuto prigioniero per cinque anni e mezzo da Hamas sarebbe tornato a casa, tornato ai genitori, alla famiglia, alla vita e al popolo d'Israele.
Il popolo ("am" in ebraico non e' la stessa cosa) vedeva in Ghilad il figlio di tutti noi che viviamo qui'. Parte del popolo non e' stato completamente partecipe al prezzo alto pagato per il riscatto ma certamente partecipe al ritorno.
In quel momento e anche nei giorni seguenti ho cercato di vagliare le diverse sensazioni che ho avuto come padre che ha perso un figlio in guerra (abba shakul-non esiste nel dizionario italiano),... come padre che quasi ha perso un figlio in un attentato in un autobus per un terrorista suicita palestinese...come padre che crede ancora nella pace con il polpolo palestinese, ho ricevuto la notizia con grande soddisfazione ..... cinqe anni e mezzo di aspettativa, di speranza, di attivita', di tensione, di lacrime.... sono giunti alla conclusione.
Io continuo a piangere in ogni modo , poiche' per noi non esiste il ritorno Tuo a casa, cio' pero' non mi ha astenuto ci riunirmi alla gioia della famiglia di Ghilad e di tutto l' "am" che tanto desiderava arrivare a questo giorno.
Che peccato! abbiamo dovuto aspettare cosi' tanto tempo, avremmo potuto ricevere Ghilad molto prima.
Proprio oggi, dopo un mese e mezzo di lontananza all'estero, anche Yanir ( e Ailin la sua compagna della vita) e' tornato a casa.
Siamo andati a riceverli all'aereoporto, ero molto in ansia e felice, l'ho aspettato solo 45 giorni ma tanto mi e' mancato....non c'e' da paragonare con 1941 !!! giorni ...... pero' si che c'e' da paragonare un figlio e' sempre un figlio , un ritorno e' sempre un ritorno.
E domani per tutti noi un giorno nuovo
Abba.