venerdì, gennaio 30, 2015

Ricordi del kippur da bambino.

2014

 Andando indietro negli anni ecco quanto mi ricordo  del giorno del Kippur nella mia famiglia.
Tutto questo  prima di andare al collegio ebraico di Torino, quindi  fino a dodici anni.

I miei genitori non erano proprio tanto religiosi, in casa non si mangiava kasher, il prosciutto era all'ordine del giorno e il sabato si viaggiava.
Le feste pero' piu' o meno si celebravano andando al Tempio con vestiti nuovi e cercando di posteggiare la macchina in una via giacente, has ve halila che ci avrebbero visto.

Al Tempio di Firenze incontravo il nonno Guido, papa' del mio papa', il quale aveva un posto riservato nelle prime file e centrale accanto alla famiglia Voghelman.
Mi ricordo che tanto mi entusiamava sia vedere le targhette di oro lucido con il nome del Nonno e il nome straniero della famiglia che stava accanto a noi.
Dato che io non avevo un posto " pregavo" Dio che questo vicino non sarebbe arrivato.
 
Naturalmente il nonno mi aveva comprato tanto di taleth piccolo che custodiva nel cassetto accanto ai libri delle preghiere. Non credo che il nonno capiva bene tutto quanto si cantava e si pregava ma certamente riusciva a seguire le funzioni.

Un verso che mi ricordo delle preghiere era .... Mi el kamoha ( Dio chi e' come te... ) e il nonno faceva sempre  rima con  " la minetra e' poca"...forse per farmi ridere e partecip[are.

La mamma ci cirordava sempre che alla preghiaera finale " Nehila" dovevamo tutti essere presenti.
Per papa Renato il kippur gli era proprio difficile perche' non poteva fumare,tanto che ne approfittava per dormire quasi tutto il giorno.

Se ricordo bene dato che tutti eravamo vestiti da festa spesso con abiti nuovi passavamo da FOTO LEVI o FOTO LOCCHI  e ci facevamo fotografare ( tutti messi in posa) una foto ricordo.

La beraha dei cohanim era il rito che noi bambini aspettavamo in anzia  sia perche' era il segno della fine sia perche' vedersi tutti sotto il talleth del nonno o del papa' aveva una suggestione da favola.

Io sotto il Talleth cercavo di sbirciare indietro per vedere i cohanim con le dita separate sulla fronte cosa che io cercavo sempre di fare senza riuscirci.

Durante le funzioni parte del tempo lo passavamo in cortile e per me la cosa non era tanto facile perche non conoscevo quasi nessuno, dato che non frequetavo la scuola ebraica, e non mi era facile entrare a far parte dei giuochi di gruppo.
Mi ricordo che gia' a quell'eta'  guardavamo le ragazzine e una delle piu' belle era la oggi famosa giornalista e ex parlamentare Fiammetta Nirenstain.

Il Nonno Angelo, papa della mamma, sicuramente almeno per KIppur veniva al Tempio ma non ricordo bene la sua presenza.

Naturalmente mi ricordo benissimo il Rabbino Belgrado con il suo comportamento imponete e la sua voce da tenore che faceva rintronare tutte le pareti del tempio. Il Rabbino mi dava tanto suggestione sebbene mi parlava con affetto.

All'entrata del Tempio dal lato sinistro c'e' la lapide dei deportati che ricordo sempre mi faceva impressione sebbene all'ora proprio non capivo di preciso cosa fosse l'olocausto e i deportai, ma il fatto di tanti nomi di morti e tanti Calo' mi faceva sembre soffermarmi e contarli.

La mania di contare le persone mi e' rimasta fino ad ora, sia al cinema che ai matrimoni ......






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